Dal 4 luglio sbocciano i fiori di Matilde Beretta al Castello

Pubblicato il
22 Giugno 2020

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Durante la crisi sanitaria, il comitato dell’Associazione Amici del Castello di Serravalle non è stato con le mani in mano. Abbiamo dovuto annullare l’Assemblea prevista per il 22 marzo che è aggiornata all’anno prossimo. Infatti dal 4 luglio sbocceranno tra le mura del Castello di Serravalle i fiori di Matilde Beretta, che vogliamo dedicare al ritorno (cauto) alla vita sociale, premessa necessaria alla cultura. Anche nel dopo-coronavirus le espressioni culturali sono particolarmente limitate eppure, come i fiori dalle crepe, continua la ricerca per un po’ di sole, aria e spazio dove crescere. La possibilità di concretizzare questa mostra è data soprattutto dai risultati del progetto di valorizzazione arrivato alla conclusione, che ha reso il Castello un luogo piacevole da visitare, aperto al pubblico e capace di ospitare diverse forme di aggregazione: teatro, concerti, letture, visite guidate e mostre, come quella di Matilde Beretta che si concluderà il 4 ottobre, Giornata svizzera dei Castelli, sempre che le condizioni sanitarie lo permetteranno, con lo spettacolo della compagnia Concreta alle ore 16 e a seguire la tradizionale castagnata.


Matilde Beretta è una giovane artista bleniese, nelle sue opere ha creato un mondo fatto principalmente di colori e di soggetti floreali. La biodiversità dei suoi quadri si è arricchita con esperienze a Parigi, presso un atelier di disegno tessile d’arredamento, in Chiapas-México, presso una cooperativa tessile di donne indigene Tsostil e Tseltal, come volontaria di Amca in Nicaragua realizzando un murales. Ha esposto presso lo spazio officina di Chiasso, la Fondazione Titta Ratti di Malvaglia, con la mostra “Flora Ferroviaria“ (un progetto in continua crescita). Non da ultimo la collaborazione con lo stilista Régis Duarte, con cui ha sviluppato una linea di vestiti, modelli unici, con il marchio Las flores de Mati. Presso la Galleria Mascate-Barraco Cultural, a Porto Alegre in Brasile.

Las flores de Mati